Dal 6 ottobre 2020 al 6 gennaio 2021 in occasione della mostra Raffaello in Villa Farnesina, Galatea e Psiche che si terrà a Roma presso Villa Farnesina a cura di Antonio Sgamellotti e Virginia Lapenta, verrà presentata la ricerca circa i materiali utilizzati per l’affresco il Trionfo di Galatea.Importanti studi sono stati condotti sulla composizione cromatica dell'opera, dalle analisi del colore è emerso, infatti, che l'artista urbinate abbia utilizzato per la resa degli occhi e del mare il blu Egizio, colore che non era più utilizzato dalla fine dell'impero romano.
Raffaello si cimentò nella realizzazione del colore nel suo laboratorio, divenendo così inventore ufficiale del primo colore artificiale delle storia.
Lo studio è stato condotto da Antonio Sgamellotti, accademico dei Lincei, e dal Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali di Spoleto, CGLab-Bruker.
Una scoperta straordinaria emersa proprio durante il cinquecentenario dalla morte di Raffaello Sanzio.
Le analisi condotte sulle porzioni dell'affresco hanno messo in evidenza che il rosso vermiglio, tipico di Pompei, è stato utilizzato per il drappo che avvolge i fianchi della ninfa. Questo pigmento è stato utilizzato spesso nei dipinti ma inadatto all’affresco, Raffaello lo applica solo come finitura. Mentre l'uso del blu egizio si era perso dopo la fine dell’Impero Romano, quando si cominciò ad utilizzare il blu di lapislazzulo (o d’oltremare perché proveniente dall’Oriente). Le pietre venivano frantumate e mescolate con azzurrite o terre verdi.
Nel trionfo di Galatea, Sanzio realizza un'opera dove il colore è cuore pulsante, l'artista esalta il dinamismo mediante la resa della veste rossa gonfiata dal vento. La ninfa si innalza sulla superficie richiamando l'episodio mitologico , forte testimonianza della grande conoscenza da parte di Raffaello della pittura classica antica. L'artista urbinate, afferma Sgamellotti, "cita Vitruvio proprio rispondendo alla lettera del suo amico Baldassarre Castiglione che gli faceva i complimenti per la bellezza della Galatea".
In occasione della mostra si potranno ammirare per la prima volta i disegni, la cui scoperta risale agli anni Settanta, nella parte inferiore delle pareti su cui sono raffigurati Galatea e Polifemo, solitamente nascosti da finti drappi ottocenteschi.