Gli spazi interiori sono il sinonimo dell'inconscio umano, l'analisi introspettiva nei meandri dell'Io.
Nell'opera
Psicoanalisi l'artista Gorini fonde la pittura con le teorie psicanalitiche di Sigmund Freud, mediante la frammentazione del volto umano dove, la raffigurazione del volto è interrotta dal frammento vitreo su cui si riflettono gli occhi, fulcro dell'opera. Gi occhi sono il portale d'accesso all'indagine dell'attività umana volta all'interpretazione di quei fenomeni psichici che risiedono al di fuori della sfera della coscienza.
Stilisticamente l'artista fonde una lavorazione astratta, come emerge dal fondo della tela, al figurativo del volto umano, dando vita ad un tratto pittorico di impronta psicanalitica.
Interessante è l'attenzione minuziosa circa la resa degli occhi, l'artista mediante una raffigurazione estremamente comunicativa imprime nell'opera quell'automatismo psichico di matrice surrealista.
La discromia fra la raffigurazione di mezzo busto della donna e il riflesso nel frammento vitreo, incarna una scissione dell'anima, sinonimo della riflessione circa le teorie Freudiane sull'inconscio.
Avviene la frammentazione dell'Io che segue la raffigurazione di due essenze, quella conscia e quella inconscia.
La pittura si fonde al metodo di ricerca e trattamento terapeudico che indaga sui processi della mente, un insieme di concezioni psicologiche sulla teoria della psiche.
Dott.ssa Elisabetta La Rosa
Storico e critico d'arte