Egredisce la mente all'ombra di un pensiero, intense le campiture cromatiche dettate dalla spatola che incide il pensiero sul supporto, lo graffia instaurandosi nella materia cerebrale. L'artista astrae l'essenza dal pensiero materico, esso diviene spirito che si manifesta nella totale esperienza conoscitiva del gesto artistico.
Luisa Schirru richiama la psicologa analitica di Carl Jung circa l'archetipo dell'ombra quale "lato oscuro" della personalità umana.
L'artista incarna la porzione luminosa dell'essenza umana, narrata dalle campiture cromatiche che si frammentano con il giallo e il rosso, e l'ombra, la parte oscura dell'io umano.
Secondo Jung "L’Ombra è qualcosa che esiste solo in presenza della luce, poiché un corpo immerso nel buio non ha parti oscure, non ha Ombra." La psiche umana è
“una totalità conscia e inconscia allo stesso tempo." Così la Schirru indaga sul rapporto tra coscienza individuale e l'interiezione con l'Io, cercando quell'interconnessione fra luce ed ombra, e così la materia cromatica si assembla, si compenetra, emerge dal supporto. E si fa luce e si fa ombra e come tale insegue l’individuo anche quando si allontana dalla luce stessa, divenendo uguale nella forma ma opposta nei movimenti e direzione.
Bene e male si compenetrano in ogni essenza umana, l'uno è il complemento dell'altro come narrano le campiture materiche che delineano le riflessioni dell'artista. Il colora anima il pensiero divenendo suggestione profonda che conduce alla piena conoscenza dell'Io umano.
Dott.ssa Elisabetta La Rosa
Storico e critico d'arte