Emozione primordiale

Camminiamo ad occhi aperti in un mondo buio che solo noi possiamo colorare.
Ad occhi aperti un’opera dal forte carattere empatico, capace di imprimere slanci emozionali nell’animo di chi osserva.
Capolongo scalfisce l’anima dell’osservatore plasmando un’opera che risulta essa stessa anima vitale.
Lo studio dell’opera è animato da uno slancio vitale capace di rischiarare le tenebre della mente, colorando l’essenza della vita.
La lavorazione in digitale dell’opera consente all’artista di plasmare un dialogo con l’osservatore al fine di trasportarlo in un mondo onirico dove la realtà incontra l’essenza astratta.
Dott.ssa Elisabetta La Rosa

Essenza fenomenica

Intensa è la narrazione fenomenica che plasma l'essenza dell'opera Divergenze naturali dell'artista Marco Capolongo.
Interessante il naturalismo compositivo con cui l'artista plasma la narrazione, partiamo da uno sfondo bianco sul quale si ergono due figure, due ballerini caratterizzati da un intenso dinamismo figurativo, essi sono collegati da una linea blu, incarnte la dinamicità della scena.
Analizzando il titolo si noti come l'artista abbia voluto incarnare i diversi aspetti dell'essenza umana, i due ballerini simboleggiano due persone che si incontrano sul sentiero della vita che presentano un carattere differente, divergente ma che comunque riescono a "ballare" in modo simbiotico.
Le figure sono frammentate, si noti infatti che una porzione del corpo è ben definita da cromie nette, mentre l'altra sembra dissolversi all'ombra del pensiero.
L'artista racconta l'essenza Vitale di due anime che si incontrano, ed in una narrazione vitale suggellano la loro essenza fenomenica, sfociando in una narrazione introspettiva coinvolgendo i sensi e la mente al fine di estrapolare la matrice spirituale racchiusa nell'anima.
Dott.ssa Elisabetta La Rosa

Cromie interiori

Un viaggio che stimola i sensi, la percezione visiva mediante il colore, la percezione tattile incarnata dalle mani che si aprono, si toccano, si cercano. Così prende vita l'opera Esplora dell'artista Marco Capolongo.
L'artista sembra quasi dar vita ad una composizione che fonde la dimensione reale a quella surreale, infatti dal buio emergono le mani dai mille colori, che risultano essere bilanciati fra loro in un tripudio di sinestesie armocromatiche.
Partendo dal titolo Esplora, l'artista vuole invitare l'osservatore ad esplorare, a cercare nuovi confini e orizzonti, ad espandersi come fanno le mani raffigurate.
Le mani sono sinonimo della rappresentazione in modo palese della nostra capacità di amare, di muoverci verso il mondo in direzione dell'altro che è fuori di noi.
Emerge quindi una valenza simbolica che si espande oltre il confine del reale, in un viaggio introspettivo alla ricerca dell'altro partendo da noi stessi.
Dott.ssa Elisabetta La Rosa

La poetica delle emozioni

Risuona la melodia dell'anima come quelle
sfumature cromatiche, che l'artista Marco Capolongo plasma nell'opera Arte attesa.
L'artista sembra dar vita ad un'opera introspettiva , dove notiamo in primo piano una figura in ginocchio, da cui sembrano fuori uscire quei colori che Vasilij Kandinsky definirebbe "quel mezzo per esercitare un'influenza direttamente sull'anima".
Il modo dinamico dei cromatismi indica proprio quei sentimenti, quelle emozioni, quelle sfumature che diventano la proiezione aurea della meraviglia dell'anima umana.
Emerge quell'effetto psichico dalla profonda matrice spirituale, dove il colore diventa la voce emozionale dell'artista Capolongo.
Analizzando Il titolo è come se l'artista vivesse quasi nell'attesa dell'arte, che sembra essere quella forza energica capace di far emozionare irradiando l'animo di quelle sinergie spirituali che affiorano dalla gestualità pittorica di Capolongo.
Dott.ssa Elisabetta La Rosa

Il vento della vita

Si anima la narrazione naturalistica mediante la suggestione del vento, che l'artista Marco Capolongo plasma nell'opera Ponente.
Linee dinamiche ed armoniche, sostenute dallo studio cromatico, plasmano un'opera dalla matrice onirica, l'artista riesce ad incarnare quella brezza del vento, la materia informale dell'aria che si condensa nell'impianto stilistico dell'opera di Capolongo.
Tecnicamente l'artista utilizza la tecnica digitale, plasmando l'essenza della materia e la matrice profonda dei suoi pensieri, astraendone la sostanza stessa e traslitterandola in un'opera emozionale, sinestetica, un tripudio di sensazioni che si animano per mezzo di quei colori caldi che si avviluppano fino a condensarsi nel punto centrale.
L'occhio dello spettatore è condotto verso il centro della composizione, l'artista mediante lo studio lineare quaggiù vado dall'influenza del colore riesce a condurre lo sguardo oltre ciò che appare.
Nell'assetto simbolico sappiamo che il vento è quel soffio vitale della natura quindi movimento della vita che allude all'energia e che anima il corpo fisico, ma anche lo spirito. Il vento assume anche una valenza psicanalitica circa il sogno, celando il monito che nella vita tutto si anima e che prima dell'equilibrio c'è sempre uno sconvolgimento.
Dott.ssa Elisabetta La Rosa

Cromatismi emozionali

Simbologie vitali si animano nelle raffigurazioni suggestive dell'opera Tanghero. L'artista Marco Capolongo guidato da un impulso cromatico di stampo pop plasma il surrealismo delle emozioni.
La figura umana viene inscritta in una suggestiva naturalistica, l'artista indaga sulla coesistenza fra essenza vitale umana e quella naturale.
Lo sfondo nero fa da cornice al dinamismo compositivo che si articola mediante uno studio cromatico dai colori pop. La brillantezza cromatica è il veicolo emozionale immediato che trapassa il supporto giungendo al cuore di chi osserva.
Caratteristica di gran parte della produzione di Capolongo è l'occhio di bue centrale, un richiamo alle simbologie di matrice surrealista.
Sì noti inoltre, come i due corpi femminili siano perfettamente inscritti nella cornice naturalistica, le mani delle due donne sembrano essere il prolungamento delle fronde delle foglie nella porzione superiore.
Emerge un significato importante: quello dell'essenza umana quale radice della vita e linfa naturale del mondo.
Dott.ssa Elisabetta La Rosa
Storica dell'arte

La strada della vita 

La strada della vita è in salita contornata da gioie, dolori, ostacoli, essa è affascinante ci guida. Nell'opera "La strada bianca" di Marco Capolongo, l'artista consente all'osservatore di percorrere, o di ripercorrere, il sentiero della propria vita.
Tecnicamente si noti, come su uno sfondo nero, Capolongo abbia raffigurato una via in divenire, una strada bianca che deve essere ancora percorsa, in salita contornata da elementi di stampo Pop che convergono verso l'oltre della vita.
Una narrazione che converge la narrazione di stampo pop art con delle raffigurazioni che evocano le forme cubiste, i colori si accendono evidenziando ancor di più Il cantore della strada.
Nella sua valenza simbolica la strada indica un momento di passaggio evolutivo nella vita, il candore ci consente di vedere dove stiamo andando, è una strada della consapevolezza umana, la via che rischiara i dubbi della mente. interessante è la geometrizzazione dello spazio incarnata in particolare dalle figure dai colori accesi. L'artista conduce L'osservatore sul sentiero della propria vita, davanti una strada ancora da percorrere, costeggiata dalle gioie e dai dolori, da bivi e da strade a senso unico. È il percorso della vita che ci condurrà a quella coesione tra anima e corpo, che trova la sua risonanza nell'eco del proprio divenire terreno.
Dott.ssa Elisabetta La Rosa
Storica dell'arte