Teresa Sapone, Radici, tecnica mista, 20x30 cm

Le Radici della vita

Sono radici che si animano nel terreno fertile della vita, la linfa vitale diventa materia pittorica nell'opera Radici di Teresa Sapone.
Mediante lo studio armonico dei pesi cromatici, l'artista da vita ad una narrazione introspettiva coinvolgendo i sensi dell'osservatore, che viene coinvolto nel tessuto sensibile dell'opera.
Le campiture astratte si animano assecondando la percezione spirituale dell'artista, esse si articolano in modo dinamico riprendendo colori naturalistici, quali il giallo e il verde, che si insinuano fra la lavorazione materica scandita dall'oro e dai filamenti scuri che si intravedono nel tessuto materico dell'opera.
Teresa Sapone immette nell'opera le sue riflessioni sulla vita, lo slancio vitale che solo l'arte le dona, riecheggiando nella percezione visiva della materia cromatica che vibra mediante i colori, ognuno dei quali immette un sentimento nell'anima.
Dott.ssa Elisabetta La Rosa

I meandri nascosti dell'Io

Immergiamoci in un viaggio nei meandri di
noi stessi, dove l'arte diventa quel veicolo emozionale, la linfa vitale che si articola sul supporto e che vibra per mezzo dei luoghi della mente dell'artista Teresa Sapone che dà vita all'opera Meandri nascosti.
Immergendoci nella texture cromatica l'artista articola il colore velando quelle campiture che si increspano, esse sono il polmone per mezzo del quale l'opera respira.
L'artista riesce a coniugare l'essenza materica della realtà tangibile, incarnata dalle striature di colore, con la sostanza fenomenica dell'assetto spirituale del divenire umano.
L'utilizzo dello smalto gabita a quelle increspature cromatiche che rimandano alla materia cerebrale, l'artista ci porta nei luoghi della mente dell'inconscio, cercando di riesumare quegli stati d'animo e quelle pulsioni che spesso non vediamo.
La gestualità pittorica di matrice astratta dell'artista Sapone, è frutto di uno studio sul proprio io, su quelle sensazioni, su quei pensieri della mente che talvolta omettiamo, ma che silenziosamente coesistono nella realtà introspettiva di ognuno di noi.
Dott.ssa Elisabetta La Rosa