Il Guggenheim riparte con il Murale di Pollock

Dopo la chiusura imposta a causa del Covid19, il 3 ottobre il Guggenheim di New York riapre in grande stile esponendo l'opera monumentale "Away from the Easel: Jackson Pollock's Mural". Dedicata appunto al primo dipinto monumentale dell'artista americano e anche opere minori. È la prima volta che l'opera, dopo 20 anni, viene esposta a New York e la prima volta che viene ospitata dal Guggenheim. Il Murale, largo 7 metri e alto due metri e mezzo è quindi il dipinto più grande di Jackson Pollock, fu commissionato da Peggy Guggenheim per la sua casa di Manhattan nell'estate del 1943 e fu completato nello stesso anno.
Megan M. Fontanella, curatrice della mostra, racconta che Peggy Guggenheim commissionò l'opera imponente a Pollock in quanto vide qualcosa in lui e diede all'artista carta bianca, fornendo solo le misure della sua parete di casa.
L'artista ebbe possibilità di esprimersi e sperimentale facendo emergere il suo estro artistico.
E fu proprio nello stesso periodo che Pollock iniziò a sfidare le teorie tradizionali della pittura, superando il confine fra realtà tangibile, combinando le tecniche della pittura su cavalletto con la produzione del murale, il tutto sperimentando ulteriormente con il concetto dell'astratto. Come lui stesso disse in un'intervista nel 1950, "La direzione che sembra prendere qui la pittura è quella di allontanarsi dal cavalletto per sfociare nella pittura murale".
Prosegue la curatrice Fontanella indicando quelle che sono state le influenze de Murale come Diego Rivera, José Clemente Orozco e David Alfaro Siqueiros e arrivando quindi all'action painting, la pittura d'azione, uno stile nel quale il colore viene fatto gocciolare spontaneamente, lanciato o macchiato sulle tele.