Margherita Sarfatti si mostra presso la galleria Russo di Roma

Fino al 31 ottobre la Galleria Russo di Roma ospiterà la mostra "Margherita Sarfatti e l' arte in Italia tra le due guerre". Curata da Fabio Benzi, la mostra prevede l'esposizione di circa cinquanta opere dove, oltre a quelle provenienti dalla collezione privata della critica d'arte, saranno presenti anche opere dei due artisti che affascinarono Margherita Grassini: il pittore Mario Sironi, al quale fu legata anche da un rapporto sentimentale, e lo scultore Adolfo Wildt. La mostra si pone come l'indagine nell'animo della "prima donna critico d'arte europea, poliglotta, colta ed emancipata", proveniente da una ricca famiglia ebrea veneziana trasferitasi a Milano.
Fabrizio Russo, responsabile della Galleria, legato alla famiglia Sarfatti da una antica parentela, afferma: "Abbiamo voluto privilegiare l'elemento culturale trascurando l'aspetto di impresa a causa della totale mancanza di proposte da parte del Campidoglio".
Il curatore Benzi la definisce "una collezionista compulsiva" per il suo estro creativo spesso sottovalutato. "Era legata al gruppo di Novecento ma in casa aveva Cagli, Pirandello e altri autori romani, opere di futuristi come Boccioni e Balla, e grandi artisti stranieri. Era una figura complessa e sfaccettata."
Emerge la voglia di rileggere la figura della donna intellettuale, la quale inizia il suo percorso prima della relazione intrapresa con Mussolini "l'uomo che forgiò, che amò e di cui presagì in anticipo la tragica fine'', come scrive nel testo in catalogo Rachele Ferrario.
Tra le opere esposte spiccano quelle di Sironi, tra cui il suggestivo autoritratto a carboncino del 1906, marmi e bronzi di Wildt, Medardo Rosso, Gino Severini, Achille Funi, un ritratto del 1927 di Giorgio De Chirico con dedica alla Sarfatti del 1931.